A me la Patty è sempre piaciuta. E scusate se la chiamo così ma credo in modo familiare di poter dire che ci sono un po' cresciuta. Credo sia una delle poche cantanti che mio padre abbia mai ascoltato a casa, e le sue canzoni le conosco più o meno tutte. Ce n'è una in particolare, che canticchio sempre in vespa a squarciagola, quando ho voglia di sfogarmi: "Se perdo te". Voli pindarici a parte, dicevo, la Patty mi è sempre piaciuta. Oltre che se ne frega abbastanza e fa il personaggio assurdo che è da ormai non so quanto tempo, l'immortale ragazza del Piper, torna quest'anno a Sanremo con una camicia svolazzante ma nessun gioiello, truccata da gatta, e solo una fede al dito. Quello sbagliato. Parlando di Mina dice: "Capisco che uno si stanchi tanto, ma una decisione cosi' totale... E allora, se e' totale, deve essere tale. Non puoi fare l'ectoplasma. E' troppo comodo, allora".
Ha le palle, sotto, la Patty.
Ha le palle, sotto, la Patty.
Esce e penso chissà se è fatta, e sono veramente impietosa mentre guardo la scala aspettandomi una caduta. Non cade. Non è troppo fatta. Inizia a cantare, la canzone è bella, davvero. Cavolo. Lei canta, sbaglia un po' la nota alta, ma in tutte le sue canzoni c'è una nota alta da sbagliare, Vasco biascica, lei mi canna la alta.
Ebbene, la vedi cantare e si diverte. Finisce e scoppia in una risata. Pubblico che applaude. Tanto. Brava la ragazza, inaspettatamente lucida, e orgogliosamente Pravo.
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