Un bel pippottone introspettivo... solo per i romantici...


23 Luglio 2008

Oggi un sogno si è avverato. “Se avessi un sacco di soldi comprerei tante vespette e le metterei in garage”. Non ho un sacco di soldi. Non ancora perlomeno. Ma il primo passo per riempire il mio ipotetico garage l’ho fatto, ho comprato oggi la mia prima Vespetta. È vero, in teoria questa è la terza… ma le altre due, nuove di zecca, non sono la stessa cosa. Questa mia piccola creatura azzurra, il mio nuovo gioiello, ha dieci anni più di me, tra le due, di sicuro, non sono io quella che ha fatto più strada. Chissà dove è già destinata a portarmi. L’ho comprata io, coi miei soldi, dal primo all’ultimo eurino! Non è stato un regalo dei miei, bensì il mio primo, individuale, acquisto da “adulta”. Mia. Mia. Mia. Mia. Mia. Di chi è quella bellissima Vespa azzurra parcheggiata laggiù? È mia! Sentite che bene che suona! Di nessun altro.

È bella, elegante, sinuosa e le sue linee sono il tributo più acceso che il progresso ha reso al concetto di “armonia”. In tanti, soprattutto negli ultimi giorni, sorpresi dal mio entusiasmo smaccato per questo nuovo acquisto, mi hanno chiesto perché mi piace così tanto la Vespa. Ci riflettevo e dopo un po’ rispondevo “non lo so”, davvero. Dopo una settimana che mi viene posta la stessa domanda ecco la risposta. Mi piace la Vespa perché mi trasmette armonia, attraverso tutti e cinque i sensi.

La guardo, e non c’è uno spigolo, dolce com’è nei “lineamenti”, tutta bombata, con il suo “posteriore” più o meno pronunciato, ma comunque tondo!

La ascolto, e mi dispiace, ma anche quando sono seduta sulla mia sedia in ufficio si riconosce l’inconfondibile ronzio, diverso da tutti gli altri motori. “Senti come canta”, ha detto un vecchietto ad un raduno, dopo aver rimesso in moto la sua vespa del ‘48! Sentite come cantano, quando le sentite passare.

La tocco, e il metallo della scocca ti restituisce l’emozione vibrante di sicurezza che gli altri scooter di ultima generazione non si sognano nemmeno… quando rilasci piano la frizione, senza stringere troppo, quando ormai la conosci così bene che sai perfettamente, al millimetro, quanto occorre per partire lenti, eleganti, o frettolosi, di corsa, guardando solo davanti.

E poi gusto e olfatto…perché la Vespa non è fatta per correre, per gli amanti della velocità. A loro lascio tutti i modelli di Sr, Scarabeo, e salendo di cilindrata Ducati o Yamaha… la Vespa è per le passeggiate, annusando l’aria e respirando piano. Ti gusti la strada, ti gusti la Vespa stessa.

Ero sui Colli a fare un giro, non c’era quasi nessuno, e dopo un po’ avevo addirittura male alle guance, perché da quando erano cominciati non avevo più smesso di sorridere.

Mi piace così tanto perché non penso a niente. Magicamente si congelano i pensieri, appena il motore si avvia. Per questo mi piace così tanto. Per questo vi assillo – senza scusarmi – parlando di vespine e vespette, più o meno da sempre. Perché di tutte le emozioni che ho vissuto, e di tutte quelle che quotidianamente vivo, la mia Vespa è una delle più grandi, la sogno di notte, mi manca quando le sto lontana, la chiamo per nome (Ucci, Miss Marvel e l’ultima Margot), e mi preoccupo se la lascio parcheggiata in una strada che non mi convince.

Non vi ho convinto? Vi porto a fare un giro? Scommetto che dopo un po’ inizierete a sorridere anche voi.

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